sabato 30 aprile 2011

Ognuno di noi è un capolavoro

C'era una volta un critico d'arte che tutti i giorni era solito andare di mostra in mostra ad osservare quadri su quadri di ogni genere, di ogni tipo. Pochi erano i quadri che lo stupivano, che gli piacevano, che lo facevano essere fiero del lavoro che aveva. Se dovessi scegliere un colore per descrivere quell'uomo senza dubbio direi il grigio. Perchè qui da noi il grigio è un colore cupo, un po' triste che sta lì perchè qualcuno ce l'ha messo e a dirla tutta al grigio sembra non piacergli affatto di essere un colore, eppure lo è. Ecco, questo nostro grigio, critico d'arte pardon, un giorno si agira con il suo solito volto cupo, un po' triste tra i quadri di un grande museo. Vede tutte quelle cornici appese ai muri che appaiono prive di tele ai suoi occhi, eppure lui ci si mette d'impegno lì davanti a quelle cornici scrutando, cercando di fare attenzione ad ogni minimo particolare. Ormai rassegnato decide di dirigersi verso il bagno per sciacquarsi un po' il volto. Inaspettatamente, nel tragitto che lo porta nei bagni, il suo sguardo si posa, casualmente, proprio quando meno se l'aspetta, su di una cornice con una tela. Sì, una tela finalmente. Un quadro di rara bellezza posto davanti ai suoi occhi che brillano come quelli di un pirata che scopre il tesoro nascosto. Un sorriso comincia a disegnarsi sul suo volto. Il grigio inizia a cambiare tonalità, sfiora ogni colore. Il critico d'arte comincia ad essere contento del lavoro che ha. Tornando a casa non può fare a meno che pensare a quando accadutogli in quel museo il giorno stesso e immaginandosi la scena ripensa che davanti a quel quadro così meraviglioso c'era solo lui con quel viso sbalordito, tutti gli altri gli passavano davanti distratti come se nulla fosse. Capisce solo allora che ogni cornice ha la sua tela e che ogni tela è un capolavoro per qualcuno. Ogni essere umano è un quadro, un'opera d'arte. Ai nostri occhi c'è chi è cornice e c'è chi è anche tela. Ci sono anche i capolavori ma non è così facile trovarli. Magari più li cerchi e più non li trovi. Magari devi saper aspettare ma essere sempre pronto. Ci sono persone che preferiscono essere solo cornici per qualcuno mentre vogliono essere tele per altri. Il bello dei capolavori è il loro essere rari anche se ognuno di noi è un capolavoro. Il fatto è che non si può essere un capolavoro per tutti. Il capolavoro è bello perchè ne trovi uno ogni chissà quante cornici ma quando lo trovi non puoi far altro che avercelo stampato nel cervello. Una volta che i tuoi occhi si posano su di un capolavoro, tutti gli altri quadri non riescono ad appagare la tua vista. Ognuno di noi è un capolavoro, bisogna fare bene attenzione a non svendersi al primo collezionista di quadri ma saper aspettare il critico d'arte che posa gli occhi su di te per sbaglio e che da grigio diventa arcobaleno solo grazie a te.

JR

Dottore che sintomi ha la Felicità?

La pace, il silenzio. Guardare in cielo le nuvole che giocano a rincorrersi ed essere rapiti dalla semplicità del gioco. Disteso su di un prato, non ha fretta di andare chissà dove, di partirsene. Richiama alla mente l'immagine di lui da bambino che gioca, come una nuvola, a rincorrersi con i suoi amichetti. E' felice, sorride, non vorrebbe fare niente di diverso da quel che sta facendo. Ora che è cresciuto invece, sono sempre diverse le cose che fa da quelle che vorrebbe fare, deve scendere spesso a compromessi. Ma per quale oscura ragione? Non lo sa, ancora non l'ha capito e sinceramente nutre poco interesse nel saperlo. Crede che vivrà la sua vita facendo quel che vuole fare, sempre nei limiti certo. Nei suoi limiti. Perchè l'unica regola che si è posto è quella di non fare agli altri quello che non vuole sia fatto a lui. Vivrà di piccole cose, semplici. Già, proprio come quando era bambino ed era felice. E' arrivato ad un punto in cui "si comporta come il protagonista di una fiaba, che nulla può turbare o stupire. Quando la zucca si trasforma in una magnifica carrozza per portarla al gran ballo, Cenerentola non lancia neppure un grido di sorpresa. Si limita a salire e parte verso la sua gloriosa fortuna". Sì, è proprio così, a volte arriva al punto da non rendersi conto delle fortune che ha, spesso "non c'è più nulla di originale, di nuovo e di sorprendente da apprendere dal mondo, nessuna opportunità di scoprire qualcosa riguardo se stesso, nessuna saggezza da acquisire, nessun divertimento da godere. Tutto è stupido e sopravvalutato". Intuisce allora che deve tornare a lasciarsi guidare dal cuore e non troppo dalla ragione. Certo, "tutte le strade che portano al desiderio del cuore sono lunghe" ma di sicuro, quando vuoi scalare una montagna, col desiderio di arrivare in cima, e ci reisci, poi ti senti una cosa dentro, un pizzico che ti fa partire un urlo dal cuore che arriva in gola e si strozza perchè sul tuo volto s'è stampato un sorriso innocente, quasi stupido a trentadue denti. Ecco, in quel momento senti la felicità dentro di te.
Succede che arriva come in un punto in cui si sente in piena estasi. Come la lava in un vulcano, in lui si mescolano diverse sensazioni, diverse emozioni. Basta davvero poco per essere felici. Non c'è da cercarla chissà dove, è in noi pronta a fare la sua apparizione, bisogna lasciarla libera di invadere la nostra mente ed il nostro cuore. Bisogna essere liberi per sentire la felicità. Non porsi limiti. Essere liberi, come una bolla di sapone. Sì, la felicità è come una bolla di sapone. Per farla nascere c'è bisogno dei giusti ingredienti e un pizzico di magia, poi resti incantato da lei, la vivi, rimani con la bocca un po' aperta e con gli occhi che la seguono crescere, salire. Cominci a sorridere quando è lontana perchè è faticoso starle dietro ma allo stesso tempo è appagante. Arriva ad un certo punto, tu nemmeno te l'aspetti, e lei esplode. Rimani imbabolato a cercarne le tracce. Resta in te l'eco, il ricordo di una cosa meravigliosa, come una bellissima giornata di sole.
Capisce che la felicità è un attimo, un istante che lascia un segno che solo noi possiamo valorizzare a tal punto da renderlo eterno. Nella continua lotta tra il bene e il male che ci propone la vita, siamo noi a decidere a cosa dare più importanza, siamo noi a scegliere come vivere la nostra vita, se sorridenti o piangenti. Siamo noi a decidere quali sono gli attimi più importanti. E allora si rende conto che se quegli attimi di felicità fossero molto frequenti o sempre presenti perderebbero il loro valore. D'ora in poi saprà dare il giusto valore ad ogni gesto, ad ogni attimo. Ora sa che non bisogna abusare di tutto ciò, altrimenti anche un abbraccio, un ti voglio bene possono perdere il loro valore. Ha imparato che "la Felicità della vita è fatta di frazioni infinitesimali: di piccole elemosine presto dimenticate, di un bacio, di un sorriso, di uno sguardo gentile, di un complimento fatto con il Cuore". S.T.Coleridge.

JR

Potenza ed atto

C'è che alla sera, prima di andare a dormire, ogni tanto mi capita di sentirmi strano, vuoto, solo. Di non avere una persona con la quale condividere interamente, quotidianamente il mio percorso. Lei che se fossimo assieme in una stanza vuota non sentirebbe il bisogno di altro, con me lì avrebbe già tutto. Penso a quando tutto questo avverrà, fremo al solo pensiero. A volte sentendo parlare d'amore mi sento come un cieco che può solo immaginare quello di cui si parla, dandogli una forma tutta sua. Per quanto io possa immaginare, non potrò mai capire in ogni sfaccettatura ciò di cui sento parlare. Mi soffermo a pensare e il mio stato d'animo varia repentinamente. Tento di calmarmi, di stare tranquillo e comprendo in pochi istanti che la nostra vita si divide in potenza ed atto, tutto quello che potenzialmente potrebbe accaderci e quello che è in atto. Per godersi la vita nei suoi aspetti migliori, per vivere bene, bisogna concentrarsi su quello che è in atto e non su quel che abbiamo in potenza. Fare il contrario equivalrebbe ad immaginare come sarebbe la potenza una volta divenuta atto. Per quanto tu possa immaginarlo sicuramente non sarà mai come la realtà. Non stiamo a dannarci l'animo pensando a quel che potremmo avere ma che ancora non abbiamo. Non riusciremmo mai a vivere una vita compiaciuti se avessimo tutto quello che vorremmo contemporaneamente. Se così fosse non riusciremmo a cogliere l'unicità di ogni cosa che ci capita. Ogni minimo istante della nostra vita è unico, inimitabile e cela in sè un pizzico di perfezione. Se noi riuscissimo a cogliere il lato migliore di ogni cosa che abbiamo e di tutto quello che ci circonda, magari potremmo vivere una vita serena fatta di una felicità composta da piccoli attimi, piccoli gesti, piccole cose che concorrono al raggiungimento di una sorta di perfezione. L'uomo ha in potenza la Morte, mentre la Vita è in atto. Ora a voi la scelta su cosa concentrarvi.

JR

giovedì 28 aprile 2011

Il dipinto di una vita

Come un pallone nel mare mi sento trascinare via da quel che ho attorno. La corrente mi trascina su e giù, mi porte dove vuole lei ed io sto immobile, impassibile e lascio che faccia di me quel che vuole. Emozioni non ben definite, sensazioni sfocate albergano il mio stato d'animo. Non riesco a decifrarle, nemmeno con gli occhiali. Sbalzi di umore frequenti come sbagli di temperatura in un marzo che era pazzo. In silenzio ascolto e osservo come un leone che scruta la preda, vivo questo periodo scrutando l'atmosfera, ciò che ho attorno, e mi sento chiuso come in un barattolo, una piccola formica catturata, il mio futuro dipende dagli altri. La mia vita è una tela bianca, le mie emozioni sono gli schizzi di colore che le persone, i pennelli, provocano e lasciano in me, su di me. Quando ci innamoriamo, la nostra dolce metà prende in mano un pennello, lo tinge di rosso e inizia a schizzare il colore sulla tela della nostra vita. Lascia la traccia dell'amore. Un amico che ci ama, che ci è vicino, tingerà la tela con il suo colore preferito che noi riconosceremo fra mille diverse sfumature. Ogni persona della nostra vita lascia la traccia del suo passaggio sulla nostra tela, come la firma ad un dipinto che rappresenterà la nostra vita. Tutto contribuisce alla formazione delle persone che siamo. Ogni aspetto di noi è determinato da una macchia differente. E se a volte faremo fatica ad apprezzare qualcuno ci basterà ricordare che a volte per apprezzare un quadro bisogna fare un passo indietro.

JR

La follia dell'Umanità

Il sole splende in alto, illumina un mondo triste. Il cielo si ferma ad osservarlo, poco dopo piange. La pioggia giù dal cielo batte forte in terra, sembra quasi più pesante che il passo di un elefante. Non sono solo le lacrime del cielo, ma sono le lacrime di tutte le persone che soffrono nel mondo. Quelle persone che non riescono a trovare una ragione per essere vive. La guerra la vediamo solo alla televisione, noi. Come fosse un film. Non ci rendiamo conto delle diverse realtà esistenti su questo pianeta. "Viviamo comodi dentro alle nostre virgolette ma il mondo è molto più grande, più grande di così". Finche non ci toccano in prima persona, i mali del mondo esistono solo per sentito dire. Crediamo di star male se lei/lui non ci ha guardato ma poi non capiamo che anche noi siamo così. Il mondo sta male perché nessuno lo degna di uno sguardo. Pensiamo a come curare il mondo dalle sue malattie. Capiremo che "la cura è spesso nascosta dentro alla malattia". Troveremo che il mondo risulterà allergico all'uomo; forse lì ragioneremo su come agire nel buono. Meno egoismo e occhi ben aperti, tendiamo un braccio avanti in fondo siamo tutti fratelli. L'unione fa la forza si dice sia così, se remiamo dalla stessa parte vediamo se è così. Più in fretta arriveremo alla meta. Cancelliamo i mali del mondo con una grande penna rossa, sembrerà facile come correggere un compito ma risulterà pesante ammettere le proprie colpe. L'Umanità ed il Mondo in fin dei conti sono come due bambini. L'Umanità ed il Mondo si amano e si odiano come due adolescenti fanno. L'Umanità non degna il Mondo di uno sguardo ed il Mondo fa in tutti i modi per attirare la sua attenzione. Si fa bello e ancor di più, ma l'Umanità sembra non volerne sapere. Il Mondo le parla ma lei non lo ascolta. Il vento soffia forte, sembra fischi, muove le foglie come stesse suonando uno strumento: con delicatezza prima e con vigore poi. Loro sono lì, in bilico come le corde di una chitarra, tese, toccate dalle dita dell'Umanità. Eppure lei non ascolta nulla, le sembrano rumori sovrastati da macchine, voci ed iPod. Silenzio. E' come se fosse sorda, se non sentisse i suoni del Mondo non potrebbe apprezzare, nè capire tutti gli altri suoni. L'Umanità si tappa le orecchie, fa l'indifferente. Quando ad un certo punto, proprio quando meno te l'aspetti gli occhi dell'Umanità si posano sulla bellezza del Mondo ed è lì che nasce l'Amore. L'Umanità resta immobile ad ammirare lo spettacolo del Mondo. Non riesce a parlare resta lì a bocca aperta come quando il ragazzo più bello passa davanti alla ragazza più ingenua. La bellezza del Mondo è irresistibile, ammaliante, inegualiabile. L'Umanità dovrebbe solo apprezzare e godere della bellezza del Mondo, senza distruggerla. Sarebbe follia, autolesionismo. E a quanto pare, l'Umanità è folle.

JR

martedì 26 aprile 2011

Morire è l'ultima cosa che farò

Arrivi ad un certo punto della tua vita che nei tuoi occhi si intravede la rassegnazione di chi non aspetta altro che la morte. Buttato su una sedia come un giocattolo dopo essere stato usato, muove lo sguardo in quella stanza ormai spoglia, fissa l'infinità di quelle pareti bianche con uno sguardo profondo, con gli occhi pesanti di chi ne ha viste di tutti i colori. A forza di battere quelle palpebre si sente stanco e spesso riposa gli occhi lasciandosi andare su quel letto che non gli appartiene. Chissà quante persone hanno dormito su quel materasso. Chissà quante storie racconterebbero quelle mura se potessero parlare. Il respiro ormai è affannato, sembra come se avesse sempre il fiatone che una volta gli veniva dopo una corsa. Già, una corsa. Ora cammina a malapena, eppure prima correva così forte. Allora ripensa alle corse con gli amici su quei prati infiniti. Con gli occhi ormai chiusi sembra non dare più segni di vita, invece quel pensiero gli fa accennare un sorriso. Ripensa agli attimi di vita che ha vissuto, che ricorda a fatica ma che gli tempestano la mente come grandi flash accecanti. Ha solo questi lampi improvvisi nella sua mente. Li rivive provando le stesse emozioni che gli hanno suscitato la prima volta.Sorride e per un attimo riapre gli occhi. Torna in quella realtà squallida che lo circonda e che sta vivendo e in pochi istanti si rende conto che in questo mondo,in questa vita la maggior parte delle cose tende a finire; quasi tutto ha una fine. Già,quasi tutto...ma non tutto! Le cose che restano sono le emozioni che proviamo, che ci suscitano anche pochi ricordi sfocati. Comprende che una vita anche se ha una fine è qualcosa di unico. Per arrivare ad un lieto fine bisogna scrivere un bel libro o girare un bel film di modo da non voler tornare indietro e riscrivere alcune pagine o registrare nuove scene.Ora sa una cosa che renderebbe lieto il suo finale, che lo farebbe morire sorridendo, che lo farebbe attendere la morte e nulla più: è il fatto che tutto ciò che voleva fare, l'ha fatto. Adesso chiude gli occhi, poggia le mani sul suo petto incrociando le dita e sorride. Aspetta in silenzio l'arrivo del lieto fine. In quegli attimi di attesa infinita capisce che la sua vita non è altro che una lunga giornata. Che il percorso della vita è come quello di una giornata. Quando era fanciullo era mattino presto, il sole era appena sorto, si era affacciato al mondo. Poi pian piano è cresciuto, è passato all'adolescenza e con il passare delle ore è passato dal mattino del fanciullo al pomeriggio del ragazzo. Maturando, con l'arrivo della sera, è divenuto adulto e gli è bastato poco per ritrovarsi nel buio della notte ad esser vecchio. Ora può anche andare a dormire. Buonanotte.

JR

Il gioco del mondo

Vivi la tua vita sul momento. Non pensare al futuro, non cercare di crearti delle certezze fatte della stessa sostanza delle nuvole, ti ci poggerai sicuro e finirai per cadere e farti male. Siamo pedine in mano al destino, al fato che "lancia i dadi e avanza di qualche posizione nel gioco del mondo che non finisce mai". Vi è una sola dimensione temporale: il Presente che noi, non so per quale comodità, dividiamo in passato, presente e futuro. Come diceva il filosofo Agostino il passato era presente, il presente è presente, il futuro sarà presente. Ogni istante che si sussegue è il futuro che viene raggiunto dal presente che lo supera facendolo diventare passato. Nell'attimo in cui il futuro diviene presente e sta per diventare passato, noi dobbiamo Vivere. Non cercare il perchè delle cose, non perderci in inutili domande, una volta che avremo scoperto le cause degli effetti non vivremo meglio. Se è successo, un motivo ci sarà o come dice Jacques il Fatalista "vorrà dire che era scritto lassù". La nostra vita è un gioco da tavola, noi siamo le pedine che durante il loro percorso incontrano gli imprevisti e le probabilità. Bisogna cogliere le buone opportunità scartando le cattive e superare ogni imprevisto che possa allontanarci dall'arrivo. Veniamo messi sul tabellone, iniziamo il gioco leggendo le istruzioni poi, pian piano impariamo come funziona. Si lancia il dado e si avanza, ci si ferma un po', si aspetta il proprio turno poi si riparte, fino ad arrivare alla fine del gioco, con la speranza di essere soddisfatti di come si è giocato. Finchè siamo in gioco, giochiamo! Non dobbiamo aver paura di provare. Se mai provi ad amare, mai amerai. Se mai provi a vivere, mai vivrai. Potrai sbagliare o attuare nel giusto, non ci sarà alcun giudice qualificato a condannarti o a lodarti. Solo tu deciderai se la tua azione sarà la più giusta o meno. Nessuna corte suprema, nessuna condanna, nessuna pena. Leggi di vita non ci sono. Siamo liberi di vivere come più ci piace, dobbiamo sentirci liberi per esserlo. Il percorso della vita è uguale per tutti, le caselle sono le stesse che tu sia un fungo o una candela. Si inizia, si gioca, si finisce. Si nasce, si vive, si muore. Come una scena di un film è uguale agli occhi di tutti, così il corso della vita è quello per tutti. Ma esiste una parte di vita che differisce da persona a persona: sono le azioni che si fanno, i pensieri che si hanno. Come la scena di un libro è immaginata da ogni lettore in maniera differente, così le azioni, i pensieri di ogni individuo saranno differenti. Tutto ciò che faremo in vita contribuirà a renderci particolari, unici, speciali.

JR

giovedì 21 aprile 2011

La realtà che incontra la mia fantasia

Nel mondo c'è magia. Bisogna avere gli occhi per vederla. Un pizzico di polvere magica ed il giusto spirito di osservazione. La differenza tra un bambino ed un adulto non è l'età, sono gli occhi. "I fanciulli trovano il tutto nel niente, gli adulti il niente nel tutto" (G.Leopardi). Un bambino guarda il mondo e vede magia, ha gli occhi ben aperti e la sua mente è piena di immaginazione. E' propenso e disposto a distaccarsi dalla realtà, a sognare ad occhi aperti. Ancora crede che ci possa essere qualcosa di inspiegabilmente affascinante in questo mondo. Qualcosa che ci lasci a bocca aperta, stupiti, affascinati. Ci crede e lo vede e chi non lo capisce lo crede un poco pazzo. I grandi, gli adulti portano gli occhiali ma non riescono ugualmente a vedere la magia. Pensano che i bambini siano ingenui, ma non capiscono che gli ingenui sono loro. Bisogna crederci nella magia per vederla. Bisogna avere fantasia per immaginare. Se un bambino si siede e non tocca terra con i piedi crede di volare. Se un uomo fa lo stesso crede di essere basso. Bisogna avere voglia per rimanere stupiti. Un bambino quando si lascia scappare un palloncino resta con il naso all'insù, con la bocca appena aperta e lo segue con lo sguardo tra le nuvole, sogna, sorride, è felice solo perchè fa qualcosa che gli piace. La felicità sta nelle piccole cose, la magia del mondo si cela in esse. Il vento è soltanto un soffio, la pioggia sono le lacrime del cielo, quando c'è il sole invece il cielo ride. Ogni cosa contribuisce alla felicità. Il mangiare una mela, assaporarla, morderla, gustarla è un rituale di felicità. Uno sguardo è felicità, un abbraccio, un sorriso, un bacio. Questa è la felicità allo stato puro. Gli adulti, nonostante la maggior parte di loro porti degli occhiali, non riescono a vedere tutto questo. Allora gli adulti andranno dall'ottico per farsi cambiare le lenti degli occhiali, quelle non "funzionano". Dovrebbero imparare a guardare come i bambini, imparare da loro. Così come diceva la volpe al Piccolo Principe così il bambino dirà all'adulto: "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".

JR

Vivere

Vivere è collezionare fotografie in un album. Vivere è collezionare emozioni, momenti e ricordi. Vivere è congelare attimi di vita in un'istantanea. Vivere è amare. Vivere è cantare. Vivere è scrivere. Vivere è suonare. Vivere è dipingere. Vivere è costruire. Vivere è urlare. Vivere è piangere. Vivere è ridere. Vivere è baciare. Vivere è abbracciare. Vivere è correre. Vivere è saltare. Vivere è respirare. Vivere è chiudere gli occhi e sognare. Vivere è immaginare. Vivere è giocare. Vivere è parlare e saper stare in silenzio. Vivere è sentire e saper ascoltare. Vivere è vedere e saper guardare. Vivere è essere amati e saper amare. Vivere è ricevere e non smettere mai di donare. Vivere è schioccare le dita, ci si mette un po' all'inizio ad imparare il meccanismo, poi arrivi ad un punto in cui ti rendi conto che quello schiocco di dita sarà solo uno tra altri miliardi e capisci che devi fare in modo che non appena hai schioccato le dita si senta un'eco infinita che smuova montagne e mari, nuvole e palazzi. Vivere è lasciare una traccia, un segno, un'impronta. Vivere è tracciare la strada che ti sembra più giusta per quelli che verranno dopo e che seguiranno le tue orme, arrivando al punto in cui le tue, che fino ad ora avevano ricalcato, finiranno e loro dovranno continuare quel percorso apparentemente soli ma consapevoli di non esserlo. Vivere è mille altre cose che ora non mi sovvengono. Il mondo gira in maniera a noi impercettibile, a volte il tempo ci sembra eterno altre volte è già finito. Non dobbiamo perderlo, stare lì a pensare se agire o meno e su come farlo. Bisogna Vivere. Non c'è da aspettare che cada la mela dall'albero per farci esclamare "èureka" ed avere un'idea. Vivere, fotografare, amare, cantare, scrivere, suonare, dipingere, costruire, urlare, piangere, ridere, baciare, abbracciare, correre, saltare, respirare, sognare, immaginare, giocare, parlare, stare in silenzio, sentire, ascoltare, vedere, guardare, ricevere, donare e solo dopo aver fatto tutto, morire.

JR

martedì 19 aprile 2011

Il viaggio di una vita

Viaggiare. Preparare una valigia, riempirla di panni che svuotano l'armadio. Cercare di portare l'essenziale e capire che tutto a suo modo lo è. Ogni minima cosa che riempie questa stanza è essenziale. La tana dello scrittore. La mia camera verde come un prato inglese, una poltrona a forma di pallone da calcio nel cuore della stanza, la tv ormai staccata da tempo immemore, la valigia per terra, una felpa a pallini buttata sul letto, la maglia dei ramones, la mia seconda pelle, hey ho let's go, la scrivania dove mi butto a scrivere le cose mie, le penne e i libri gettati in un'apparente confusione ricercata, tante cose inutili. Il quaderno dei miei scritti, una scatola con tutte le brutte copie, il diario aperto sul letto, "La coscenza di Zeno" ai piedi del letto, una mongolfiera che scende dal soffitto per farmi sognare un po' con le stelle attaccate sopra il letto che si illuminano quando tutto è buio, uno specchio che sembra un'unghia gigante, la mia foto da bambino, un quadro di legno attaccato alla parete da riempire. Il tutto e il niente. Poi ci sono io, buttato sul letto a pensare come riempire la valigia. La barba che avanza col passare dei giorni, le vene sulle mani che sembrano più marcate, l'anello al pollice, il polsino a scacchi, i mille braccia-lacci. La voglia di partire ormai è con me. Conoscere nuovi volti, nuovi odori, nuovi posti. Sentirmi come un cieco che conosce una persona nuova e per la prima volta passa le sue mani sul suo volto per imparare ogni tratto somatico, le sue sembianze, i suoi difetti, tutto. Ecco proprio così. Io, il cieco. La città, la persona da conoscere. E bastano pochi attimi per imparare le curve del suo naso, la dolcezza delle sue guance e la spigolosità del suo mento. Ho voglia di conoscere. Preparo tutto come fosse un rito. Lo zaino con l'occorrente per i giorni di pioggia e quelli di sole. E quasi dimentico l'iPod fedele. Come si può viaggiare senza una colonna sonora. Sarà poi sempre nelle mie orecchie cosicchè ogni momento avrà la sua canzone. Sì perchè quando viaggi hai paura di dimenticare, allora passi intere giornate a fotografare tutto, congeli ogni cosa del nuovo mondo in uno scatto fotografico senza renderti conto che in alcune foto non c'è niente, sono vuote, ma poi riescono quelle in cui c'è tutto, l'essenza del tuo viaggio viene raccolta in quella immagine rettangolare. Ho voglia di viaggiare, di conoscere, di scoprire. Di vivere. E non mi rendo conto che ogni giorno sono in viaggio, la vita è un viaggio. E sulla mia valigia vuota, che riempio giorno per giorno, c'è un'etichetta con su scritto "FRAGILE". Il mio cuore. E quella valigia è lì su quel tapis-roulant di ogni aereoporto che aspetta solo di essere presa dal suo legittimo proprietario. Vivere.

JR

domenica 17 aprile 2011

La magia del mondo

Mi guardo attorno. Il vento muove gli alberi che sono baciati dal sole. La natura vive con noi, insieme a noi. L'ombra di un albero sembra un grande uomo a braccia aperte che aspetta un abbraccio. Mi addentro in un bosco, m'immergo nella natura. Animali di ogni specie, che hanno trovato rifugio in qualsiasi tipo di pianta bellissima, piena di colore e di vita. Più cammino e più capisco che l'uomo non fa più così parte di questo mondo naturale, si è distaccato dall'ambiente, dalla natura, si è creato un suo mondo nel mondo animale. Comincio ad odiare l'intera umanità, perchè ha trasformato un paradiso naturale in un inferno artificiale. Dove prima c'era il verde ora c'è il grigio del cemento. Abbiamo smesso di apprezzare ogni cosa che la natura ci offre, basterebbe fermarsi alla sera ad ammirare il tramonto, vengono i brividi, le lacrime agli occhi. Al mattino quando il sole sorge è come se si svegliasse e si affacciasse facendo capolino dall'orizzonte per vedere cosa c'è al di là. Allora gli uccelli che spiccano il volo da ogni albero cantando sono solo i suoi occhi pronti ad osservare qua e là il mondo in continua evoluzione. Quando ormai conosce abbastanza il sole tramonta, va ad affacciarsi da un'altra parte lasciando qui il segno del suo passaggio. Resta ora il buio immenso illuminato da un grande faro che ben presto verrà affiancato da tanti piccoli puntini. La luna e le sue stelle. Eccoli lì tutti i sogni di quelli che dormono protetti dal grande faro. Tutto questo lo perdiamo. Quando il sole si sveglia i palazzoni bloccano la sua luce, il canto degli uccelli è sovrastato dal frastuono delle macchine, il tramonto del sole è anch'esso ostacolato dai palazzi, le stelle della luna sono sempre meno, le nostre luci sminuiscono il loro brillare. Perdiamo la magia del mondo. Allora mi dico che vorrei vivere su un'isola deserta, io e la natura, io e il mondo. Apprezzerei ogni minimo dettaglio della mia vita, ogni giorno in cui mi sveglierò avrò voglia di vivere, davvero.

JR

venerdì 15 aprile 2011

Il mondo congelato in una foto

Uscire d'inverno. Camminare d'inverno. Il cappotto chiuso fin sotto il collo, le mani nelle tasche, una sciarpa attorno al collo tirata su davanti le labbra, uno zuccotto per coprire le orecchie e per tenervi ben strette le cuffiette dell'iPod. Avanzare a passi pesanti tra la nebbia fitta, respirare aria fredda. Osservare gli alberi spogli ormai delle foglie, che sono per terra come a formare un tappeto, soffrire anche loro il freddo. Il mondo infreddolito ma illuminato dal sole. Camminare nel mondo congelato, tutti immobili, pieni di buste colme di regali. Osservare qua e là il mondo congelato, un sorriso di un bambino legato in un passeggino che guarda un cane fermo di fronte alla vetrina di una macelleria dove un macellaio sta tagliando carne per la signora che sta facendo la spesa per il cenone di Natale. Per una volta puoi soffermarti su ogni minimo particolare. Normalmente non riesci a fare tutto questo. Vedi, ma non guardi. Senti, ma non ascolti. Sei vivo, ma non vivi. Il ghiaccio ha congelato tutto, come in una foto. Tutto il mondo congelato in una foto, o come in una vetrina di un centro commerciale. Lì fermi in posa per apparire belli, attirare l'attenzione di chiunque passi da quella parte. Tu cammini tra l'immobilità surreale di quel mondo che tra non molto verrà risvegliato dal sole. Iniziano a cadere le prime goccioline del ghiaccio che si scioglie. Fai un respiro profondo, poi sospiri e ricongeli tutto. Non vuoi che tutto riprenda vita. Tutto sembra come nel tuo cuore, congelato. Osservi attentamente ogni minimo dettaglio. E scopri una persona che come te non ha subito il freddo del mondo. Lei non si è congelata è lì e osserva tutti. Cerca di capire, spiegarsi come fai tu, il meccanismo della vita, di questo mondo che non le piace più. Cerca qualcosa, qualcuno che crede non riuscirà a trovare mai. Eppure è lì a pochi passi che come lei vede ma non guarda, sente ma non ascolta, è vivo ma non vive. In un istante gli sguardi dei due si incrociarono, andarono avanti, poi quasi increduli tornarono indietro. Si videro e si guardarono, si sentirono e si ascoltarono, furono vivi ed insieme vissero. Si avvicinarono capendo che alcune cose non hanno bisogno di essere spiegate, e che spesso se ci si sofferma troppo su qualcosa cercando di dargli un senso è la volta buona che non lo troverai. Arrivarono a pochi passi l'uno dall'altro. Respirando con le labbra poco aperte e lasciando uscire la nebbia che aveva offuscato la loro vista fino a quel momento si sorrisero, poi guardandosi le labbra si avvicinarono e si baciarono. Non appena le loro labbra si toccarono tutto il mondo riprese a vivere e loro cominciarono da quel momento la loro nuova vita. Fu questo il regalo di Natale che i due ricevettero. Non lo avevano scritto in nessuna lettera per nessun Babbo Natale ma fu la sorpresa più inaspettata che lasciò capire a loro che non vi è alcuna felicità fatta di oggetti paragonabile a quella fatta di sentimenti. Qualsiasi tipo di sentimenti. Le emozioni che senti non hanno un prezzo, non si vendono, si vivono. E la vita è il dono più bello che nessun Babbo Natale riuscirà a darti, valorizzala.

JR

Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce

01.12.08  h.23.39

"Gli occhi non sanno vedere quello che il CUORE vede.
La mente non può sapere quello che il CUORE sà.
L'orecchio non può sentire quello che il CUORE sente.
Le mani non sanno dare quello che il CUORE dà."Jovanotti, Temporale.

Il Cuore. La mente. A volte basterebbe vivere seguendo il cuore, quello che dice lui. Già, forse sempre. Tutto ciò che dice il cuore non possiamo spiegarcelo razionalmente, allora è inutile stare lì a convincersi che quando un amore finisce tutto muore insieme a lui, che quando un'amicizia si rompe non si può usare la colla per rimettere i pezzi insieme di nuovo. Nel cuore i segni restano, le cicatrici più profonde non sono in superficie,non stanno sulla pelle. Hai mai provato a passarti la mano sul petto in piena notte? Sentire solo il battito del tuo cuore. Se fai bene attenzione con le dita sfiori leggermente la pelle, ti tocchi nel punto di te più profondo, senti sotto i tuoi polpastrelli tutte le cicatrici, eppure non si vedono, non si vede nulla. Chiudi gli occhi, non serve guardare. Passi ancora una volta le dita lì sopra e sfogli nella tua mente le pagine della tua vita breve ma intensa, piena. Quante persone sono passate di lì. Nelle pagine della tua vita le ritrovi tutte. Tenti di spiegarti perchè alcune hanno lasciato un segno così profondo dentro di te, un solco evidente, ma non è spiegabile razionalmente. Ora lo capisci, il cuore non ha delle leggi, non puoi decidere con la mente chi amare e chi odiare, non puoi decidere con la mente sulle sue volontà. Stacchi la mente, non serve ragionare. Provi ad ascoltare questo bum bum che hai nel petto, il battito del tuo cuore si fa irregolare quando nello sfogliare il libro della tua vita trovi pagine piene alternate a pagine da scrivere. Vedi il punto in cui ti sei fermato per riprendere un giorno chissà quando. Gli amici, il tuo primo amore, i professori odiati e tanti ricordi che appartengono a quell'organo di vitale importanza. Cerchi di spiegarti perchè proprio quando ripensi a questo anche a distanza di anni il cuore batte più forte e sulla pelle vengono i brividi. Ripensi al primo amore, al primo bacio, a come eri insicuro nello sfiorare il volto di lei. Vedi che non sei cambiato affatto, tuttora hai la paura di sciupare un così bel fiore. Pensi ai pianti con gli amici, ancora potresti buttare giù le lacrime. Pensi alle risate con loro che non finiranno mai. Il cuore intanto batte sempre più forte, vuole uscire, scoppiare, esplodere in una festa di mille colori. Si sente stretto, oppresso in quel tuo corpo. Lasci perdere, non capisci perchè il battito cambi a distanza di anni. Ti tappi le orecchie, non serve ascoltare. Il cuore è sempre stato lì e sempre lì sarà e decide lui il ritmo della tua vita, del tuo respiro. Quando comincia a battere nasci, aumenta velocità e ti perdi in un'emozione poi arriverà il giorno in cui sarà anche lui esausto e smetterà di battere. Fino a quel giorno sarà lui che comanderà per te. La tua vita sarà in mano al tuo cuore. Ogni tuo battito sarà un passo nel tuo cammino chiamato vita. Arriva più lontano che puoi, non aver paura di spingerti troppo in là, di perderti, il cuore sà sempre la starda del ritorno. Vivi con il cuore e non avrai rimorsi nè rimpianti. A volte poteva andare meglio altre peggio chi lo sà, poco importa. Vivi finchè sei in tempo, non lasciare che la mente freni il tuo cuore. Ascoltalo, guardalo, sentilo. La tua vita non finirà quando il tuo cuore smetterà di battere. Il suo battito sarà presente nel cuore di ogni altra persona che ha vissuto con te, al tuo fianco, il cui cuore ha battuto con il tuo, come l'eco delle nostre voci nelle valli più immense. Diventeremmo immortali, forse già lo siamo.

"Se scorre un fiume dentro ad ogni cuore arriveremo al mare prima o poi" Jovanotti, La valigia.

02.12.08  h.00.01

JR

giovedì 14 aprile 2011

Ho perso le parole

Non trovo più la vena giusta per prendere la penna in mano e mettere nero su bianco. Mi manca la musa ispiratrice o non riesco semplicemente a catturarla, ad accorgermene. La musa ispiratrice per me è la natura. Dicendo natura comprendo anche le eventuali ragazze, ma anche la luna, la pioggia, il sole, un fiore, il sorriso di un bambino, un aquilone che sembra così naturale quando lo vedi in mano ad un bambino, un bambino che rincorre una farfalla per farla per un infinito attimo sua. E quel bambino lo vedi rincorrerla sorridente. Cade. Si sbuccia le ginocchia. Piange. Poi si rialza tira su con il naso e riprende a correre dietro a quella farfalla che disegna nell'aria una traiettoria per niente lineare. Salta, corre, ride con il viso bagnato dalle lacrime, ricade, ripiange. Stavolta si ferma, si rannicchia, tiene le gambe strette forte al suo petto, la testa tra le ginocchia. Non ce l'ha fatta. Almeno pensa. Quando poi sente un brivido lungo le sue gambe. Quella farfalla che tanto voleva si è posata su di lui, e allora capisce che magari ci sono cose che arriveranno con il tempo. Vorrà dire che quando lui la voleva non era il momento giusto per averla. Solo quando ha sentito di averla persa per sempre ha capito di averla voluta davvero. E così attendo la mia musa ispiratrice, il suo arrivo, o la mia predisposizione a catturarla, ad accorgermene. Per ora aspetto impazientemente senza darlo a vedere, almeno ci provo. La finestra la lascierò aperta, magari una farfalla entrerà e si poserà su di me, proprio quando avrò gettato i fogli e la penna a terra e per la rabbia mi sarò gettato sulla scrivania con la testa tra le braccia conserte. "Proprio quando sfugge il senso esiste un motivo per essere vivo".

JR

Le lacrime sono il ghiaccio dell'anima che si scioglie

17.10.08             PIANGERE        h.22.55
Pochi attimi, un brivido, la pelle d'oca, sento freddo. Piango. Una lacrima scende da un mio occhio, apre la strada alle altre che verranno dopo. Sono tante, le tengo lì da molto tempo, troppo. Le avevo accumulate mandandole giù ogni volta che si presentavano su. Questa è la volta buona, è il momento giusto per sfogarsi. Scendono lungo il mio viso alcune le recupero con la lingua sulle mie labbra, altre mi scappano, arrivano sul mento e cadono giù. Passo una mano sul viso per asciugarlo, era proprio tanto che non piangevo, si vede. Fa bene. Ora mi sono sfogato. Mi fa bene stare male. Adesso qualche giorno in stand-by. Vivrò le mie giornate un po' in maniera distaccata. Poi sarò pronto a ripartire, è il momento di cambiare. Voltare pagina, vivere col cuore. Non avrò rimpianti nè rimorsi che mi attanaglieranno le budella la notte. Magari starò male alle volte ma almeno avrò vissuto. Non penserò a come sarebbe potuto essere se avessi fatto qualcos'altro. Non è mai troppo tardi per crescere, per imparare dai propri sbagli. Ora devo imparare. Non nascondere tutto dietro inutili maschere. Abbandonarmi alle mie emozioni, fa bene. Ora aspetto l'arrivo del sole dopo la pioggia. La quiete dopo la tempesta.
17.10.08             SORRIDERE        h.23.06


JR

La confusione del mio cielo

Odio e amo. Odio chi dovrei amare e amo chi dovrei odiare. E' tutto semplicemente mischiato, confuso. Quando sei bambino tutto è più facile. Quando cresci tutto cambia. Tutto è diverso. Tu per primo sei diverso. La tua testa e i suoi pensieri sono diversi. I pensieri girano nella tua testa troppo spaziosa per avere dei punti di riferimento. Nessun cassetto con etichette per far tornare ogni pensiero al suo posto. Tutto è confuso come il cielo sopra di te che cambia a seconda del vento. Sole, pioggia, nuvole. La tua testa cambia a seconda di chi passa per il tuo cuore. Chi si allontana dal cuore fa piovere in te e a volte diluviare. Chi si avvicina a quel tuo cuore invece fa smettere di piovere ma le nuvole sono sempre pronte a fare la loro comparsa, il loro ritorno. Chi invece vive al centro del tuo cuore fa sì che il sole possa illuminare i tuoi giorni e la luna con le sue stelle le tue notti impedendo ad ogni nuvola di minacciare la tua serenità. Sembra facile se solo fossi capace a gestire tutto. A capire bene chi è dentro al cuore chi è vicino e chi è lontano. E capisco che l'unico che può minacciare la mia serenità sono solamente io. Perché per quanto tutto intorno a te possa tentare di farti stare meglio sei sempre tu alla fine che decidi se è meglio che ci sia il sole o che piova. Ed io non so proprio cosa voglio. Per ora ammiro il cielo, prima o poi capirò.

JR

mercoledì 13 aprile 2011

Vorrei

Vorrei essere tutto e vorrei essere niente. Vorrei essere sole e vorrei essere pioggia. Vorrei essere sorriso e vorrei essere pianto. Vorrei essere cielo e vorrei essere terra. Vorrei essere un sogno per essere sognato e vorrei essere un sognatore per poter sognare. Vorrei essere cieco per poter immaginare e vorrei vederci per rendermi conto. Vorrei essere muto per stare in silenzio e vorrei poter parlare per farmi sentire. Vorrei essere vento per poter accarezzare e vorrei essere accarezzato dal vento. Vorrei essere artista e vorrei essere arte. Vorrei volare per sentirmi libero e vorrei sentirmi libero di volare. Vorrei essere tutto per voler essere niente e vorrei essere niente per voler essere tutto. Vorrei essere tutto e vorrei essere niente.

JR

martedì 12 aprile 2011

Tutto può cambiare

Primo luglio duemilaotto, anzi no la notte del primo luglio duemilaotto in una stanza di Roma la luce è ancora accesa. E' mezzanotte passata e un adolescente come gli altri non si da pace nel letto. Fa caldo. E' arrivata l'estate, si sente. E' sudato, va in cucina e nel silenzio della casa spenta si sente solo il rumore dell'acqua che lui sta bevendo. Prende la bottiglia e la porta alle labbra sudate inizia a sorseggiare fin quando non si sente pieno poi chiude la bottiglia e la porta con se in camera. Rientra e chiude la porta davanti ha il letto, troppo caldo pensa per risdraiarsi e sudare girarsi a destra e a sinistra cercando invano la posizione giusta, allora va alla finestra. Tra i buchi della serranda si vede passare la luce dei lampioni, guarda di fuori due persone che rientrano in casa mentre lui vorrebbe non esserci. Allora continua il giro della stanza, meglio non guardare fuori. Si siede alla scrivania e si ferma a pensare, si guarda dentro ora. Pensa all'anno scolastico concluso, alle amicizie concluse a quelle iniziate e a quelle continuate, a quelle vicine e a quelle lontane. Accende l'iPod, il silenzio gli fa paura. Si sente solo coi pensieri che ogni volta si dividono in due strade: o diventa un sognatore, di quelli che vedono il sole e pensano sia lo stato d'animo di una persona conosciuta, se c'è il sole quella persona è felice, se piove o è triste o succede qualcosa che lo allontana da quella persona, se non diventa sognatore diviene pessimista, uno di quelli che può partire anche da un parto, da un bambino che si affaccia alla vita ma arriverà sempre ad una conclusione triste. Lui se ne convince "non sono io pessimista, anzi sono realista non è colpa mia se la realtà è pessima". Lui in fondo la sua vita la vive, ha solo sedici anni ma affronta le giornate cercando di portare sorrisi. Spesso finge anche, recita in famiglia per stare tutti allegri col sorriso. Sembra che stanno in televisione che tutto deve sembrare perfetto anche quando non lo è per nulla. In un attimo si incazza coi suoi, vuole scappare, borbotta dentro ma non replica mai fuori e alla fine conlude ogni ragionamento consolandosi da solo, pensando che in fondo non gli manca niente, che c'è chi al mondo non può nemmeno incazzarsi per certe cose, chi non può nemmeno cominciare a piangere appena nato che subito si ritrova morto. E allora non si lamenta lui, pensa che c'è davvero chi dovrebbe lamentarsi e non lo fa, e lui che potenzialmente potrebbe avere tutto ciò che vorrebbe perchè dovrebbe lamentarsi?! Si dà le sue spiegazioni da solo nella sua testa per convincersi ma alla fine mica ha scelto lui di nascere qui, mica ha scelto lui di vivere, mica può dannarsi eternamente l'animo perchè altri uomini come lui se ne fregano di tutto ciò e fanno sì che in pochi secondi un bambino nasce e subito muore. Mentre lo pensa si dice ancora che non è colpa sua di certo, ma se tutti se ne fregassero non si risolverebbe mai nulla. Però dice anche che finchè avrà i suoi problemi da sbrogliare, benché piccoli, cercherà di risolverli. Tanto un sedicenne di Roma mica può cambiare il mondo. Lascia stare i pensieri spegne tutto e va a letto, gira e rigira trova la posizione adatta perché oramai non ce la fa più a girarsi e si addormenta. Il mattino seguente si sveglia e già sembra tutto troppo silenzioso, troppo strano. Mamma è a lavoro, la sorella fa la spesa o è dal parrucchiere. Va in cucina, accende la tv, non lo guarda il tg per scelta ma anche su mtv si parla solo di quello. Mentre lui era in camera sua quella notte a pensare, a Roma erano le 02.06. A New York invece erano le 20.06 e in quella serata in una casa di New York un sedicenne come lui girando per la casa vide la porta della cantina che il padre gli vietava di oltrepassare pensò che tanto era solo in casa, non l'avrebbe saputo nessuno. Appena dentro venne illuminato da una scatoletta che emanava luce verde. Incuriosito si avvicinò e vide di fianco alla scatoletta un telecomando con un pulsante rosso. Preso un po' dall'agitazione si mosse di scatto verso la porta che intanto si era chiusa ma sbadatamente fece cadere a terra il telecomando e schiacciò con il piede il pulsante rosso. Sulla scatoletta verde cominciarono a comparire i nomi di grandi città mondiali: Berlino, Parigi, Praga, Roma, Los Angeles, Tokio e le altre. Quel solo pulsante aveva fatto esplodere in ogni città del mondo tutte le banche e quasiasi tipo di istituzione politica. Fu allora che gli uomini dell'Africa tornarono ad essere uguali a quelli dell'Asia, dell'Europa e delle Americhe. Un sedicenne come lui aveva cambiato il mondo. Subito il ragazzo romano si svegliò dal sogno e guardando la sveglia vide che erano ancora le 04.37 della stessa notte, ma lui era cambiato. In lui era nata la consapevolezza che, anche se può sembrare strano ed impossibile, ognuno di noi può cambiare il mondo. Perché fin qui l'abbiamo portato noi e nessun altro. E non è uno di quei film hollywoodiani con un pugile a centro ring che urla il nome della donna amata che inizia per "A" e finisce per "driana". E' solo il pensiero di un sedicenne romano che alle 02.06 di notte del primo luglio duemilaotto non riusciva a dormire per il caldo.

JR

Senti che fuori piove, senti che bel rumore

Piove. E' notte fonda e piove. E' bello non riuscire a dormire e rimanere svegli ad ascoltare il rumore della pioggia cadere, battere per terra. Piove. Tuona. Si muore di caldo ma fuori piove e tuona. Mi sento così simile a questo tempo. Sto bene, è tutto bello ma da un momento all'altro sento come se qualcosa dovesse andare storto e allora con lo sfondo di una bella giornata vedo e sento la pioggia. Non so cosa c'è dentro di me. Continuo a ricordare senza riuscirmi a fermare e vorrei svegliarmi domani come se fosse ieri e quei ricordi fossero il presente da vivere. Perché saprei cosa fare o almeno farei qualcosa di diverso, rischierei, seguirei l'istinto, il cuore e se poi dovesse andare male pazienza, almeno ci ho provato. E' bella la pioggia il 30 maggio di notte. Si sentono le goccie battere terra, sul Mondo. E sento ogni goccia come un battito del mio cuore. Sì, queste tante piccole goccie di pioggia vanno a posarsi sulla terra e unite insieme formano una bella pozzanghera d'acqua magari un fiume o perché no un lago. E i segni della pioggia restano anche quando lei non c'è. E così i battiti del mio cuore che messi tutti insieme vanno a formare la mia vita che spero anche quando non ci sarò più lasci il segno da qualche parte. Piove, tuona, tira vento, noi distratti pensiamo al sole, al mare, al caldo e quella pioggia gelosa batte sempre più forte, vuole far sentire la sua importanza anche lei. Perché la pioggia è bella. Se il 30 maggio alle 00.30 piove su roma ci sarà un motivo no?! Oltre al fatto che è appena finito il concerto di vasco e il cielo piange la pioggia è bella! Proprio per questo ti aiuta a confondere le lacrime che cadono dal cielo con le goccie che cadono dai tuoi occhi. Piove e nel frattempo si sente un tuono forte. Che tempismo, pensi. Dentro di te è appena esplosa un'emozione e il rumore del tuono ha coperto il frastuono della tua emozione bella o brutta che sia non importa. Era pur sempre un'emozione e ti dà la prova che sei vivo anche quando non ti senti più. "Anche quando sfugge il senso esiste un motivo per essere vivo". Ed è grazie alla pioggia che te ne ricordi. La pioggia è così, è come te spunta fuori come l'emozione che credevi di aver perso, proprio quando meno te l'aspetti. C'è il sole, fa caldo ma ad un tratto piove e tuona. E' lì la pioggia a ricordarti che nella vita devi accettare tutto sia il bello che il brutto. Perché solo accettando sia l'uno che l'altro potrai apprezzare l'importanza dell'uno sull'altro. Il sole ha più senso dopo la pioggia. Quindi accetta anche tu di soffrire un po' per poi stare bene. Bisogna saper soffrire e solo dopo che il sole tornerà ad asciugare le lacrime del cielo e quelle del tuo viso capirai quanto vale ogni minimo raggio di sole. Allora accetta la pioggia, sii parte di lei, vivila e aspetta sperando nell'arrivo del sole. Perché non può sempre piovere e se proprio deve piovere, piovesse con il sole almeno vediamo l'arcobaleno.

JR

Gli occhi di notte dicono la verità

Rientro nella mia camera alla sera, tutte le luci spente, io con l'iPod nelle orecchie altrimenti non riesco a dormire ma prima di preparami per la notte passo davanti allo specchio e la luce del faro di una macchina attraversa la finestra mentre sto per abbassare le serrande e colpisce il mio volto. Mi specchio ed è inevitabile vedere nel profondo dei miei occhi qualcosa che non va. Magari con gli altri di giorno con tutte quelle luci e tutto quel chiasso non si vede e non me ne accorgo come non se ne accorge nessuno. Ma gli occhi di notte dicono la verità. I miei occhi mi guardano e mi svelano quello che ho nel cuore. Mi sento solo mentre ascolto Jova cantare "io lo so che non sono solo anche quando sono solo" e penso che è così. Io non sono solo, ho gli amici. Ma gli occhi mi guardano ancora e lo sguardo non cambia, mi chiede di guardarmi più a fondo. E mentre penso nelle orecchie sento i tasti di un pianoforte che vanno a scandire una melodia ormai inconfondibile. Sempre Jova, "A te". Stavolta lo sguardo si riempie, la prima frase e penso. "A te che sei l'unica al mondo, l'unica ragione, per arrivare fino in fondo a ogni mio respiro" ed è lì che gli occhi non hanno più bisogno di guardarsi allo specchio. Ho toccato il tasto giusto, allora ascolto la canzone non appena finisce metto pausa e penso. Penso che non ci sia nessuna ragione. Nessuna che mi dia la ragione per arrivare fino in fondo ad ogni mio respiro. Non ho nessuna a cui dire che è sostanza dei giorni miei. Sarà anche troppo, ma non c'è nessuna neanche per un minimo gesto. Nessuna a cui pensare quando nel cielo brilla la luna piena, niente bei momenti da ricordare guardando le stelle sdraiato su un prato con una lei appoggiata sul petto. Ora c'è "una canzone per te" di Vasco ma "te" non ci sei, dove sei? Non ti ho mai incontrata, forse il nostro sguardo si è incrociato ma non sono stato attento, magari incrocio il tuo sguardo tutti i giorni e non capisco che sei proprio tu. Il primo amore non si scorda mai, ma bisogna prima viverlo per poi ricordarlo e come sempre a me manca la parte vissuta. Parlo, penso, scrivo, sogno e non vivo. In fondo allo sguardo resta tutto questo ma d'ora in poi la sera nello specchio se mi guarderò negli occhi saprò cosa ci troverò e forse lo eviterò.

JR

Sorridi

Sorridi perché sei nato "nel lato del mondo che in fondo è perfetto".
Sorridi perché sei vivo.
Sorridi perché c'è chi non sa nemmeno cosa sia un sorriso.
Sorridi perché molta gente nel mondo sta peggio di te.
Sorridi perché la vita è un gran bel dono.
Sorridi perché il sorriso è contagioso e allora vorrei morire dopo essere stato contagiato dai sorrisi di tutto il mondo.
Sorridi perché piangersi addosso è troppo facile.
Sorridi perché sei più forte, e se hai i denti sei anche più bello.
Sorridi perché un sorriso è oro.
Sorridi perché c'è il sole.
Sorridi perché vedi i bambini giocare.
Sorridi perché è la cosa più bella che tu possa fare.
Impara a sorridere e ad apprezzare le piccole cose di questo mondo immenso perché se ti svegli col sorriso tutto è diverso, tutto è più bello, tutto è più facile. E non lasciare che qualcosa o qualcuno ti tolga il sorriso, fa sì che anche lui possa sorridere.
Sorridi perché così quando qualcuno ti pensa, pensa al tuo sorriso e sorride anche lui o lei che sia.
Sorridi perché puoi fare tanto per gli altri.
Sorridi perché anche se sei una piccola macchia di questo dipinto puoi farlo diventare un capolavoro.
Sorridi!

JR