lunedì 2 maggio 2011

La linea d'ombra

Rientro in Agosto nella mia casa a Roma, una sensazione strana mi prende. Passano giornate e ogni sera arrivo nel letto con una sorta di spossatezza. "Ciò di cui in realtà avevo bisogno era un pò di solitudine. Mi presi il tempo necessario con molta fretta. La mia camera rappresentava un tranquillo rifugio in un'ala dell'edificio all'apparenza disabitato. Non avendo nulla da fare, sedetti sul letto e mi abbandonai all'influenza delle ore che passavano. Alle inaspettate influenze..."
Sono qui ad osservare il tempo che scorre, impassibile. Di mattina in mattina getto l'occhio sul calendario e vedo che il giorno si avvicina. Sto per fare un passo che tutti attorno a me ritengono importante. I diciotto anni finalmente. Per me si è sempre trattato solo di numeri. In fin dei conti la misurazione del tempo su questo pianeta è solo una convenzione. Su un altro pianeta avrei un'età diversa, maggiore o minore a seconda della vicinanza del pianeta al Sole. Insomma, sì la sto facendo più grande di quello che realmente è. "La verità è che non si deve dare alle cose maggiore importanza di quella che realmente hanno, nel bene e nel male". "I cambiamenti che caratterizzano il passaggio dalla giovinezza, spavalda e spensierata a un periodo più maturo e intenso, quello della vita adulta" non sono i numeri delle candeline che aumentano sulla torta di compleanno. Questo passaggio, questa linea d'ombra che si sorpassa non è data dal raggiungimento del diciottesimo anno di età, bensì da una sensazione interiore a noi stessi. L'età adulta necessita di una maturazione interiore che secondo me al giorno d'oggi viene dalla buona abitudine di riflettere a lungo su ciò che si vede e, basandosi sulla conoscenza della vita e degli uomini, tentare di arrivare ad una conclusione. Usare il proprio cervello. Vivere seguendo il buon senso. L'età della giovinezza credo sia detta spensierata proprio per questo, si vive molto senza ragionare più di tanto su quel che si fa. E quando ero più piccolo "non mi sognavo neppure in che cosa consistesse il buon senso". Essendo ormai arrivato sulla soglia della mia "giovinezza" secondo il mondo che mi circonda, rifletto su come voglio impostare la mia "vita adulta". E più rifletto e più mi rendo conto che "la natura umana è non sempre molto limpida nei suoi schemi. Contiene anche qualche zona oscura", quindi il ragionamento fatto pocanzi sul soffermarsi a riflettere su ciò che si vede non sempre può essere valido. In quei casi decido allora di lasciarmi guidare da qualsiasi tipo di impulso, un effetto della forza nascosta nella nostra esistenza che la spinge verso direzioni ben precise, scelte tra migliaia di possibilità. Vorrei impostare una vita del genere, in cui cuore e mente siano in pieno equilibrio. Perchè affinchè ci sia l'ombra c'è bisogno della luce. E ora che sorpasso la linea d'ombra non posso di certo spegnere la luce. La giovinezza spavalda e spensierata ha un'importanza notevole altrimenti saremmo nati adulti. Per cui non voglio perder nulla. Lo stupore, la voglia di vita, la spensieratezza e tutto il pacchetto di complicazioni che ci andiamo a creare che danno poi vita a quella che è la nostra esperienza. Non perdere la voglia di restare stupito, non perdere le illusioni che mi spingono al raggiungimento dei desideri del cuore pur sapendo che "tutte le strade che portano al desiderio del cuore sono lunghe". Tutto quello che non voglio perdere sono gli occhi che ho adesso. "Così com'è il mondo della vita è già ricco di misteri e meraviglie che agiscono sulle nostre emozioni e sul nostro intelletto in modi tanto inesplicabili da rendere quasi plausibile la concezione della vita come stato magico dell'esistenza". Il proposito che mi faccio in questo passo oltre la linea d'ombra è di non dimenticare tutto ciò, mai.

JR

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