venerdì 15 aprile 2011

Il mondo congelato in una foto

Uscire d'inverno. Camminare d'inverno. Il cappotto chiuso fin sotto il collo, le mani nelle tasche, una sciarpa attorno al collo tirata su davanti le labbra, uno zuccotto per coprire le orecchie e per tenervi ben strette le cuffiette dell'iPod. Avanzare a passi pesanti tra la nebbia fitta, respirare aria fredda. Osservare gli alberi spogli ormai delle foglie, che sono per terra come a formare un tappeto, soffrire anche loro il freddo. Il mondo infreddolito ma illuminato dal sole. Camminare nel mondo congelato, tutti immobili, pieni di buste colme di regali. Osservare qua e là il mondo congelato, un sorriso di un bambino legato in un passeggino che guarda un cane fermo di fronte alla vetrina di una macelleria dove un macellaio sta tagliando carne per la signora che sta facendo la spesa per il cenone di Natale. Per una volta puoi soffermarti su ogni minimo particolare. Normalmente non riesci a fare tutto questo. Vedi, ma non guardi. Senti, ma non ascolti. Sei vivo, ma non vivi. Il ghiaccio ha congelato tutto, come in una foto. Tutto il mondo congelato in una foto, o come in una vetrina di un centro commerciale. Lì fermi in posa per apparire belli, attirare l'attenzione di chiunque passi da quella parte. Tu cammini tra l'immobilità surreale di quel mondo che tra non molto verrà risvegliato dal sole. Iniziano a cadere le prime goccioline del ghiaccio che si scioglie. Fai un respiro profondo, poi sospiri e ricongeli tutto. Non vuoi che tutto riprenda vita. Tutto sembra come nel tuo cuore, congelato. Osservi attentamente ogni minimo dettaglio. E scopri una persona che come te non ha subito il freddo del mondo. Lei non si è congelata è lì e osserva tutti. Cerca di capire, spiegarsi come fai tu, il meccanismo della vita, di questo mondo che non le piace più. Cerca qualcosa, qualcuno che crede non riuscirà a trovare mai. Eppure è lì a pochi passi che come lei vede ma non guarda, sente ma non ascolta, è vivo ma non vive. In un istante gli sguardi dei due si incrociarono, andarono avanti, poi quasi increduli tornarono indietro. Si videro e si guardarono, si sentirono e si ascoltarono, furono vivi ed insieme vissero. Si avvicinarono capendo che alcune cose non hanno bisogno di essere spiegate, e che spesso se ci si sofferma troppo su qualcosa cercando di dargli un senso è la volta buona che non lo troverai. Arrivarono a pochi passi l'uno dall'altro. Respirando con le labbra poco aperte e lasciando uscire la nebbia che aveva offuscato la loro vista fino a quel momento si sorrisero, poi guardandosi le labbra si avvicinarono e si baciarono. Non appena le loro labbra si toccarono tutto il mondo riprese a vivere e loro cominciarono da quel momento la loro nuova vita. Fu questo il regalo di Natale che i due ricevettero. Non lo avevano scritto in nessuna lettera per nessun Babbo Natale ma fu la sorpresa più inaspettata che lasciò capire a loro che non vi è alcuna felicità fatta di oggetti paragonabile a quella fatta di sentimenti. Qualsiasi tipo di sentimenti. Le emozioni che senti non hanno un prezzo, non si vendono, si vivono. E la vita è il dono più bello che nessun Babbo Natale riuscirà a darti, valorizzala.

JR

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